Castelfranco Piandiscò cosa vedere e fare

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Castelfranco di Sopra e Piandiscò, due cittadine con l’impronta di Arnolfo di Cambio

castelfranco pianscoIl territorio di Castelfranco Piandiscò è ubicato ai piedi del versante meridionale del Monte Pratomagno e attraversato dall’antica strada di origine etrusca e della successiva Cassia Vetus romana che collegava Arezzo a Fiesole, cioè l’attuale SP 1 (“Strada dei Setteponti”). La campagna circostante è costellata da resti di castelli medievali, case-torri, piccole località e case coloniche, tutti circondati da oliveti e ordinate sistemazioni agricole a terrazzamenti. Nel territorio comunale ci sono tre attrazioni principali: la Badia di San Salvatore a Soffena con significativi elementi gotici, la Chiesa di Santa Maria a Pian di Scò in stile romanico e la riserva naturale Le Balze.

ZONA Valdarno Aretino
TIPO cittadina rurale
COORDINATE 43°37′25″N 11°33′30″E
ALTITUDINE 281 metri s.l.m.
PRODOTTI olio, vino, funghi porcini, miele
SPORT trekking escursionistico, ciclismo, equitazione
CONFINI Castel San Niccolò (AR), Reggello (FI), Figline e Incisa Valdarno (FI), Loro Ciuffenna (AR), San Giovanni Valdarno (AR), Terranuova Bracciolini (AR)

castelfranco piandisco mapInformazioni turisticheArezzo mappa

Comune di Castelfranco Piandiscò
piazza Vittorio Emanuele, 30 – 52026 Castelfranco (AR)
tel. +39 055 9149096
info@castelfrancopiandisco.it
www.castelfrancopiandisco.it

 

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COSA VEDERE

Chiese di Castelfranco Piandiscò

badia-di-san-salvatore-a-soffena-castelfranco-di-sopraBadia a Soffena

Badia San Salvatore a Soffena

castelfranco sopra abbazia Soffena

Zona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: chiesa romanico-gotica (XI°-XIV° secolo)
Indirizzo: via Aretina – località Soffena

Il complesso religioso è costituito da chiesa, chiostro e convento. La Badia è menzionata già in un documento del 1014 e, nel 1090, fu affidata ai Monaci Vallombrosani. Nel 1394 la chiesa fu completamente ricostruita ruotandola rispetto all’edificio precedente, come dimostrano i caratteri architettonici in stile gotico rimasti. Nei primi decenni del XVIII° secolo la Badia andò incontro a un rapido declino e fu addirittura adibita a uso agricolo, con conseguente dispersione dei manufatti artistici e danneggiamento degli affreschi.

Dopo il 1960 lo Stato acquistò l’immobile e diede inizio all’opera di restauro, riportando all’antica forma il chiostro e l’interno della chiesa. L’edificio è ricco di affreschi di scuola senese e fiorentina del XV° secolo, tra cui Madonna col Bambino di Paolo Schiavo, la pregevole Annunciazione di Giovanni di Ser Giovanni (detto “Scheggia” e fratello del grande pittore Masaccio) e altri opere di Bicci di Lorenzo.

Chiesa di San Filippo Neri a Castelfranco

Castelfranco di Sopra Piandisco - chiesa San Filippo NeriZona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: chiesa barocca (inizio XVII° secolo)
Indirizzo: via Cavour

Dedicata al Santo, nativo della cittadina, fu costruita nel nel 1631. L’elegante facciata barocca è in pietra arenaria con riquadri a intonaco e quattro lesene. L’interno, con soffitto affrescato, è a tre navate e il presbiterio è coperto da una cupola. Sull’altare maggiore è collocata l’Estasi di San Filippo Neri di Matteo Rosselli (1640), autore anche del Volto Eterno visibile nel tondo del timpano spezzato dello stesso altare. Sull’altare di destra è collocata una Madonna con Bambino attribuita ad Andrea del Sarto.

Chiesa di Santa Maria a Piandiscò

chiesa santa mariaZona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: pieve romanica (XI° secolo)
Indirizzo: località Piandiscò

Costruita attorno al 1008, ha una facciata ripartita su 5 archi. È stata restaurata recentemente, riassumendo il semplice aspetto dello stile romanico. All’interno sono particolarmente interessanti le colonne in pietra, decorate con figure umane e animali e l’affresco del XV° secolo Madonna in trono con il Bambino in fasce di Paolo Schiavo. I tre bassorilievi di soggetto mariano dell’artista Mauro Capitani furono collocati sull’altare maggiore nel 2008, in occasione del millennio della pieve.

Cappella dell'Immacolata Concezione

Cappella Immacolata Concezione - loc. Casabiondo - Castelfranco di SopraZona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: cappella barocca (XVII° secolo)
Indirizzo: località Casabiondo

Di epoca rinascimentale, fu ristrutturata alle fine del XVII° secolo in stile rococò toscano che, per quanto sobrio, è piuttosto raro in Toscana. La facciata, con spigoli profilati in pietra, ha un portale con timpano spezzato affiancato da due piccole finestre quadrate con bordatura in pietra. Più originale è il coronamento superiore, con due pinnacoli laterali e un timpano centrale caratterizzato da eleganti volute.

Monumenti e luoghi da visitare a Castelfranco Piandiscò

castelfranco-di-sopra-centro-storicoTorre di Arnolfo di Cambio

Torre di Arnolfo

torre arnolfoZona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: fortificazione (XIV° secolo)

Conosciuta anche come “Porta Campana”, fu costruita nel XIV° secolo su progetto dall’architetto Arnolfo di Cambio ed è l’unica sopravvissuta delle porte della cittadina. La torre ha subito diversi interventi di modifica e di restauro: nella prima metà del XVI° secolo fu inserito l’orologio. Sulla sommità c’è una campana e dal terrazzino merlato si può ammirare tutta la cittadina. In prossimità della porta è rimasto un tratto delle mura del castello, ottimamente conservate.

Castello dei Conti Guidi

castello conti guidiZona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: castello (XI° secolo) – ruderi
Indirizzo: località Poggio alla Regina

I ruderi del castello sono all’interno di un’area che comprende altri edifici fortificati costruiti tra l’XI° e il XIV° secolo e poi inclusi nel tipico incastellamento medievale. Gi edifici e altre strutture murarie fanno supporre un consistente nucleo abitativo, solo parzialmente riportato alla luce. Le indagini archeologiche hanno essenzialmente carattere di laboratorio sperimentale e di cantiere di scavo didattico, ma sono possibili anche visite guidate.

Riserve naturali a Castelfranco Piandiscò

le-balze-di-castelfranco-piandiscoLe Balze

Riserva naturale "Le Balze"

terra nuova fiorentinaZona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: area naturale protetta

È gestita congiuntamente dalle amministrazioni comunali di Castelfranco di Sopra Piandiscò, Loro Ciuffenna e Terranuova Bracciolini. È un’area di notevole attrattiva paesaggistica, dove l’erosione provocata da un lago di epoca pliocenica ha creato formazioni insolite dette “balze” (lame, torrioni, piramidi) circondate da vigneti, oliveti e altre culture agricole.

Riserva Naturale “Le Balze”

Area con formazioni geologiche particolari

ITINERARI

Percorsi

Pratomagno croce

"Le Balze"

le balzeLe Balze sono un’area di notevole attrattiva paesaggistica, dove l’erosione provocata da un antichissimo lago ha creato formazioni insolite (lame, torrioni, piramidi) circondate da vigneti, oliveti e altre culture agricole. Sono visibili nei territori dei comuni di Castelfranco Piandiscò, Loro Ciuffenna e Terranuova Bracciolini. Di conseguenza sono stati allestiti cinque itinerari ad anello che consentono di ammirare da vicino queste insolite e attraenti formazioni geologiche. Gli itinerari sono percorribili a piedi, in mountain bike e a cavallo salva indicazione contraria.

Due quelli nel territorio comunale:

1 – Anello dell’Acqua Zolfina
Percorribilità: pedonale, alcune limitazioni per mountain bike e cavallo
Lunghezza: km. 8
Dislivello: m. 280
Tempo medio di percorrenza: 3 ore
Difficoltà: facile
Itinerario: Castelfranco di Sopra-Le Balze-Piantravigne-Treggaia-Castelfranco di Sopra

2 – Anello di Montecarelli
Percorribilità: pedonale, mountain bike, cavallo
Lunghezza: km. 11
Dislivello: m. 350
Tempo medio di percorrenza: 4 ore
Difficoltà: facile
Itinerario: Faella-Vaggio-Canova-Pian di Scò-San Miniato-Montecarelli-Le Balze-Faella

Itinerari del Popolo di Menzano

Fin dal XIII° secolo alcuni mulini, i più antichi di Pian di Scò, erano dislocati lungo il corso del fiume Resco Simontano. Una fitta rete viaria di lastricati di origine romana (Via Clodia) e medievale (Via dell’Alpe e Via Antica Setteponti) attraversava l’area, in gran parte appartenente all’azienda faunistico-venatoria “Fattoria Casamora” che ha sede nella villa-fattoria risalente al XVIII° secolo.

ponte alla cellaItinerario A

Il percorso inizia in località Casabiondo, dall’oratorio dedicato all’Immacolata Concezione. Si percorre la via lastricata che aggira il nucleo abitato e si prosegue su una strada che diventa sterrata fino a un gruppo di case medioevali in località La Cella. Si prosegue fino al torrente Resco Simontano, che scorre in una stretta vallata. Proseguendo si giunge a una piccola chiesa, l’Oratorio di Campiano di Sotto. Si prosegue ancora verso Case Campiano, nucleo abitativo suggestivo per il panorama e le case in pietra, Casa agli Ori e La Polveriera. Attraversato nuovamente il Resco Simontano si raggiunge il sentiero CAI n. 29 e, percorrendolo verso valle, si raggiunge la strada asfaltata che scende fino all’Oratorio di Casabiondo.

 

percorso popolo menzanoItinerario B

Dall’Oratorio di Casabiondo bisogna imboccare la strada a sinistra, seguendo uno degli antichi tracciati della Via dei Setteponti. Dopo poco si raggiunge Castagnola e Case Bologna, esempi di case coloniche padronali. La seconda è costituita da un’imponente struttura abitativa arricchita da un oratorio dedicato ai SS. Francesco e Domenico. In questo punto il panorama è notevole: oltre a gran parte del Valdarno Aretino si distinguono, la pieve di Cascia di Reggello e le guglie delle Balze.

Si prosegue verso Treggiano e dopo una breve ripida salita lastricata in pietra si imbocca il sentiero pianeggiante a destra che si inoltra in una zona boscosa. Proseguendo tra muretti a secco e oliveti si raggiunge un incrocio di tre strade: quella di sinistra conduce a una casa-torre del XIII° secolo e alla coeva chiesa di Menzano dedicata a San Donato. La strada centrale giunge fino alla settecentesca villa Torre di Menzano.

percorso

 

TIPO percorso storico-naturalistico (trekking, mountain bike)
ZONA Valdarno Aretino
PARTENZA località Casabiondo
ARRIVO località Casabiondo
LUNGHEZZA km. 3
TEMPO DI PERCORSO 1 ora e 15 minuti
DIFFICOLTA media
ITINERARI CAI N° 29
ATTRAZIONI Casabiondo, La Cella, i mulini del Resco Simontano, Oratorio di San Rocco, La Polveriera, Oratorio di Querceto

Percosi del Popolo della Pieve e del Fosso Macinante

La pieve, il “fosso macinante” e la Via dei Setteponti sono stati per secoli gli elementi portanti del territorio di Pian di Scò. La pieve costituiva il centro spirituale e amministrativo della comunità, mentre il fosso macinante con i mulini era quello produttivo. Infine la “via maestra dei Sette Ponti”, esistente già in epoca etrusco e poi romana, univa Fiesole e la vallata dell’Arno con Arezzo.

percorso popolo pieveItinerario C

Partendo dalla pieve di Santa Maria a Scò si procede lungo la strada Setteponti in direzione Reggello fino a incontrare una deviazione a sinistra, segnalata come sentiero C.A.I. n. 33. La discesa lastricata conduce al torrente Resco Simontano in corrispondenza del ponte in pietra detto del “Cova” (XVI° secolo). Si risale fino a un incrocio: la strada frontale conduce alla frazione di Canova e prosegue come sentiero C.A.I. n. 33 verso la pieve di Cascia (nel comune di Reggello). Il percorso prosegue sulla strada di destra per Menzano e, oltrepassando la villa-fattoria Casamora, si arriva in località Casabiondo. Si segue il percorso in direzione Campiano e, di fronte all’Oratorio di San Rocco, inizia un sentiero che costeggia il retro della grande casa colonica.

Attraversata una zona boscosa, si raggiunge la località Ghiacciaia. Con una breve deviazione sulla destra si può vedere uno dei vecchi ponti sul torrente Resco Simontano, il ponte della Cella. Ritornando sulla strada principale l’itinerario prosegue in salita fino a incrociare, sul lato destro della strada, il sentiero C.A.I. n. 33 che, scendendo tra gli oliveti fino alla località La Ripa e alla strada Setteponti, riporta alla Pieve di Santa Maria a Scò.

Itinerario D

riserva le balzeQuesto itinerario ripercorre quella che fu, per secoli, la via dei mulini e dei frantoi uniti tra loro dal canale del Fosso Macinante. Partendo dal piazzale lastricato della pieve di Santa Maria a Scò si percorre per poche centinaia di metri la strada Setteponti in direzione Reggello si imbocca la prima strada sulla destra, via della Ripa. Qui inizia il tratto urbano del fosso macinante. Proseguendo verso valle si fiancheggia il canale per poi scendere lungo l’attuale via Roma e proseguire lungo via Larga in direzione Montecarelli. Con una breve deviazione sulla destra si raggiunge San Miniato. Un antico documento fissa la costruzione della chiesa della Compagnia di San Miniato, al 1296. Ritornando sulla strada di Montecarelli si sfiora la chiesetta della Casabianca (1749) e si prosegue sulla destra avvicinandosi al dislivello delle Balze. In località Le Docce un ponte collega due guglie di terra rossa unendo il Popolo di S. Miniato a quello di Montecarelli con la chiesa di S. Jacopo.

Poche centinaia di metri dopo il ponte c’è, sulla destra, un punto panoramico sulle Balze e sulla località Faella a cui si arriva percorrendo un’antica via cinquecentesca, segnalata come sentiero C.A.I. TB 05. Scendendo il ripido sentiero si arriva alla chiesetta settecentesca di San Fortunato a Valluccio. Nell’abitato di Faella si percorre via Vittorio Emanuele e poi via del Varco in direzione Vaggio fino ad arrivare a uno dei punti migliori per osservare Le Balze.

 

percorso

 

 

 

 

 

 

 

TIPO percorso storico-naturalistico (trekking, mountain bike)
ZONA Valdarno Aretino
PARTENZA Pieve Santa Maria a Scò
ARRIVO Pieve Santa Maria a Scò
LUNGHEZZA km. 3
TEMPO DI PERCORSO 1 ora e 20 minuti
DIFFICOLTA media
ITINERARI CAI N° 5, 33
ATTRAZIONI Ponte sul Resco, Casabiondo, La Cella, Oratorio di San Rocco, Campiano, La Ghiacciaia, La Ripa di Sopra, pieve di Santa Maria a Scò, Pieve Santa Maria, Fosso Macinante, Oratorio della Casabianca, San Jacopo a Montecarelli, Oratorio di San Fortunato al Valluccio, Santa Maria a Faella, le Balze

Verso il Pratomagno (Sentiero C.A.I. 20)

Lunghezza: km. 10
Tempo medio di percorrenza: 3 ore 30’
Dislivello: m. 1.148
Difficoltà: medio

L’itinerario inizia da Capraia (Pulicciano) e sale fino al Varco della Vetrice, dove si raccorda con il sentiero CAI 00 e da dove è già visibile la Croce del Pratomagno.

Per maggiori informazioni consultare il sito: www.crocedelpratomagno.it

Pratomagno

Castel San Niccolò
montagna con percorsi escursionistici

CULTURA

Storia

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L'impronta di Arnolfo di Cambio e l'avamposto fiorentino

castelfranco

Nel territorio è accertato un iniziale insediamento etrusco. Passato sotto il controllo di Roma intorno al III° secolo a.C., ci fu un’intensa urbanizzazione, favorita dalla costruzione della via consolare Cassia Vetus. Dopo la caduta dell’Impero Romano, le prime tracce sttoriche sono del periodo longobardo come attestato dai resti di strutture nei pressi della Badia di Soffena, databili all’incirca all’anno 825. Le prime documentazioni scritte risalgono comunque al X° secolo e attestano l’esistenza del piccolo borgo Casuberti.

Nel 1299 il territorio divenne un avamposto militare di Firenze e il borgo fu “francato”, cioè temporaneamente esentato dal pagamento dei tributi, attraendo così numerosi abitanti delle comunità vicine. Da questi privilegi deriva certamente il nome Castel Franco. Nel giro di cinquant’anni vennero costruiti la cinta muraria con relative torri, la piazza e i quartieri attorno. La pianta dell’abitato, attribuita all’architetto fiorentino Arnolfo di Cambio, è quadrangolare, con una grande piazza in posizione centrale e vie diritte e parallele. Due porte-torri furono collocate in corrispondenza delle due strade principali. Nel XVII° secolo il borgo conobbe un profondo rinnovamento della vita economica e sociale, il che permise la costruzione di palazzi signorili e di strutture di vita comunitaria e religiosa quali l’Oratorio di San Filippo e il convento delle suore Agostiniane.

Nel XIX° secolo la cittadina subì una serie di interventi improvvidi, a iniziare dall’abbattimento di gran parte delle mura. Quindi le grandi Logge del Mercato, costruite dall’architetto fiorentino Arnolfo di Cambio, la cisterna dell’acqua con pozzo e la chiesa di San Piero. Fortunatamente altre parti del vecchio abitato non hanno avuto grossi cambiamenti, conservando alla cittadina il patrimonio artistico.

pian di scòPiandiscò prese nome dalla parola latina aesculus, la quercia sacra al dio Giove. Certamente i primi insediamenti sorsero lungo il percorso della strada consolare romana Cassia Vetus. Il borgo si sviluppò attorno alla pieve romanica di Santa Maria a Scò, costruita intorno all’anno Mille. Nel XII° secolo il territorio divenne feudo dei conti Guidi e, successivamente, dei loro vassalli, la famiglia Pazzi di Valdarno. Ma, alla fine del XIII° secolo, l’area era già sotto l’influenza di Firenze. Pressioni da parte della potente città indussero Pian di Scò ad aderire alla Lega di Castelfranco, in funzione anti-aretina, divenendo quindi un avamposto di difesa. Alla dissoluzione della Lega (1774) per opera del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, Pian di Scò fu integrata nella Comunità di Castelfranco. A seguito dell’occupazione napoleonica il borgo divenne comune autonomo nel 1809.

Nell’inizio del 2014 i due abitati ci sono fusi formando il Comune di Castelfranco Piandiscò.

Curiosità

Gli sfondi di Leonardo da Vinci

le balzeLe Balze e i calanchi della zona catturarono l’attenzione Leonardo da Vinci, che li utilizzò come sfondo in vari dipinti e disegni. Particolarmente affascinanti sono le balze dell’Acqua Zolfina.

GASTRONOMIA

Piatti tipici di Castelfranco Piandiscò

crostini-toscaniCrostini di fegatini

Crostini con milza e fegatini

Pollo alla Diavola

Rocchini di sedano

Fagioli Zolfini

Prodotti tipici

Oli Casamora

Vino Chianti DOC dei Colli Aretini

Olio extra vergine d’oliva

Funghi porcini del Pratomagno

Miele

SERVIZI TURISTICI

Dove dormire a Castelfranco Piandiscò

Fattoria Casamora

Castelfranco Piandiscò (AR)
Agriturismo d’autore con raffinate villette, ristorante ed enoteca

Agriturismo La Capitata

Castelfranco Piandiscò (AR)
Agriturismo con appartamenti e piscina

Dove mangiare

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Ristoranti e Trattorie

Il Fiasco

Via Vittorio Emanuele, 93 – località Faella – Piandiscò
Tel. +39 055 965048
Servizi: osteria di cucina tipica toscana – specialità bistecca e carne alla brace – pizzeria

Ristorante Il Corvo

Via Aretina – località Affrico – Castelfranco Di Sopra
Tel: +39 055 9149011

Ristorante Fumetti

località Mandri – Castelfranco Di Sopra
Tel: +39 055 9149622

Albicocchi Lucia

Piazza Vittorio Emanuele 23 – 52020 Castelfranco Di Sopra
Tel: +39 055 9149040

Venturelli Marco

Via Vittorio Veneto 1 – 52020 Castelfranco Di Sopra
Tel: +39 055 9148081

Pizzeria Le Balze

Via Novembre 27 – 52020 Castelfranco Di Sopra
Tel: +39 055 9148075

Ristorante da Tony

Viale Galilei 46 – località Faella – Pian di Scò
Tel: +39 055 965065

Bar Pizzeria Ristorante Il Borraccio

Viale A. de Gasperi 29 – Pian di Scò
Tel: +39 055 960813