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ATTRAZIONI  NEL CASENTINO

  • Castello di Poppi
  • Castello di Romena
  • Castello di Porciano
  • Santuario della Verna
  • Eremo e Monastero di Camaldoli
  • Pieve di Romena
  • Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

INFORMAZIONI TURISTICHE

Consorzio Casentino Sviluppo e Turismo
via Roma, 203
52013 Ponte a Poppi (AR)
+39 0575 520511
info@casentino.ar.it
www.turismo.casentino.toscana.it

“Li ruscelletti che de’ verdi colli
del Casentin discendon giuso in Arno,

faccendo i lor canal freddi e molli,
sempre mi stanno innanzi, e non indarno…”

Dante, Inferno, canto XXX

I primi passi dell’Arno tra grandi e silenziose verdi foreste

casentino zona

TERRITORIO

Casentino

Il Casentino è una delle quattro vallate principali della provincia di Arezzo. È un vallone lungo quasi 60 chilometri tutto attraversato dal primo tratto del fiume Arno, che inizia dal Monte Falterona (1.654 metri s.l.m.). Sui pendii e nel fondovalle ci sono castelli medievali, pievi romaniche e importanti complessi religiosi. L’alternanza di dominazioni ha infatti lasciato numerose e significative tracce storiche.

Pur essendo una zona periferica rispetto al resto della Toscana e di confine con l’Emilia Romagna, dopo la presenza di Etruschi e Romani il Casentino fu soggetto ai Goti, ai Bizantini e ai Longobardi. Di questo e del successivo vivace periodo medievale rimangono più di 60 fortificazioni, molte dalle quali sotto forma di ruderi oppure successivamente trasformate per altri usi.

CasentinoTra i fortilizi più significativi il Castello di Poppi (uno dei meglio conservati di tutta l’Italia), il Castello di Romena (XI° secolo) e il Castello di Porciano. Nel Casentino ci sono anche altri importanti edifici storici e, soprattutto, religiosi. Di assoluto rilievo sono due grandi complessi monastici: il Santuario della Verna, luogo di fondamentale importanza nella vita di San Francesco, e l’Eremo e Monastero di Camaldoli, entrambi fondati da San Romualdo. Tra gli altri edifici religiosi di spicco il santuario-monastero di Santa Maria del Sasso, presso Bibbiena, e la romanica Pieve di Romena a Pratovecchio Stia.

L’attrattiva turistica del Casentino è aumentata dal fatto di essere tutto circondato da aree montuose con rilievi che si innalzano fino 1.658 metri (Monte Falco) coperti da estese aree boschive in buona parte all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Per tale ragione in tutta la vallata si sono progressivamente sviluppate località adatte al soggiorno estivo (Badia Prataglia, Chiusi della Verna) e anche invernale (Campigna). Minore, ma significativa, una diffusa attività artigianale di capi d’abbigliamento in lana, del ferro battuto, di mobili e oggetti in legno, della pietra scolpita o lavorata.

Il Casentino è tutto attraversato dalla Strada Provinciale 152 Umbro Casentinese Romagnola (ex SS 71) fino a Bibbiena da dove poi prosegue verso il Passo dei Mandrioli e la Romagna. Alla parte settentrionale della zona si accede tramite la pittoresca Strada della Consuma (SR 70, ex SS 70) da Firenze.

vedere

COSA VEDERE

Attrazioni del Casentino

casentinoCastello di Romena

Attrazioni per comune e località

Per conoscere di più sulle attrazioni e servizi offerti cliccare sul nome di ogni comune elencato.

bibbiena montagnaBIBBIENA (AR) – villaggio collinare

Chiese: Santuario di Santa Maria del Sasso
Musei: Museo del Teatro, Scenografia e Costume
Riserve naturali: Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Eventi: Rally Internazionale del Casentino, Premio Serravalle
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione, motociclismo

Bibbiena è da tempo sinonimo di teatro, scenografia e costume per la qualità e varietà delle attività culturali sviluppate in questi settori. In tal senso la realizzazione del Museo di Scenografia rappresenta una novità assoluta a livello nazionale mentre altrettanto importante è il Centro Italiano della Fotografia d’Autore. L’edificio storico di maggior rilievo è l’importante monastero-santuario di Santa Maria del Sasso mentre tra le architetture civili spicca il Palazzo Dovizi.


pieve socanaCASTEL FOCOGNANO (AR) – villaggio di montagna

Chiese: Pieve a Socana
Musei: Centro di Documentazione della Cultura Rurale del Casentino
Prodotti tipici: formaggi, salumi
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Di particolare interesse è la romanica Pieve a Socana, considerata la chiesa storica più imponente di tutto il Casentino, sorta su un precedente luogo di culto etrusco e poi romano. Il Centro di Documentazione della Cultura Rurale del Casentino consente un’ampia visione sull’importanza dell’agricoltura e attività collegate in tutto il Casentino. La località Salutio, originariamente un castello e attualmente un pittoresco villaggio montano, è un ottimo punto di partenza per escursioni in direzione del Monte Pratomagno.

 


museo pietra lavorataCASTEL SAN NICCOLO (AR) – villaggio collinare

Castelli: Castello di San Niccolò
Musei: Museo del Carbonaio, Museo della Pietra Lavorata
Prodotti e Artigianato: funghi, castagne, pietra lavorata
Località importanti: borgo di Cetica
Eventi: Mostra della Pietra Lavorata
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Sotto il nome di Castel San Niccolò, derivato da quello della più antica fortificazione della zona, sono attualmente riuniti vari villaggi. La sede amministrativa è Strada in Casentino, mentre altri due agglomerati urbani di una certa importanza sono Cetica e Borgo alla Collina. Attorno a questi centri abitati ce ne sono numerosi altri, ancora più piccoli, ma che hanno ben conservato l’originale aspetto medievale. Sparsi qua e là ci sono altri castelli, pievi e antiche abitazioni. Significativo il Museo della Pietra Lavorata. Dalla cittadina iniziano vari sentieri adatti a escursioni verso il Monte Pratomagno.


castello conti ubertiniCHITIGNANO (AR) – villaggio di montagna

Castelli: Castello dei Conti Ubertini
Musei: Museo della Polvere da Sparo e del Contrabbando
Prodotti e Artigianato: acqua minerale, vino, seta, tabacco
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Chitignano è un piccolo borgo di montagna situato lungo la strada verso La Verna, il Santuario dedicato a San Francesco. L’edificio di maggior rilievo è il Castello dei Conti Ubertini, uno dei più vecchi fortilizi di tutto il Casentino. In passato la cittadina fu un centro di contrabbando del tabacco e della polvere da sparo, inconsueta attività documentata da un interessante e davvero insolito museo. Nel territorio sono presenti sorgenti di acque termali ferrugginose, molto apprezzate per gli effetti terapeutici.


chiusi della verna 2CHIUSI DELLA VERNA (AR) – villaggio a connotazione religiosa

Castelli: Castello Cattani
Chiese: Santuario de La Verna (chiesa, basilica, cappelle, corridoio degli affreschi, Sasso Spicco, grotta-letto di San Francesco)
Artigianato: oggetti in legno
Eventi: Festival Internazionale di Musica d’Organo, Antichi Mestieri
Riserve naturali: Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna, Foresta Monumentale de La Verna, Foresta della Lama
Percorso: La Vallesanta
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Il territorio di Chiusi della Verna è lambito dalla porzione più meridionale del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. L’elemento di assoluto richiamo è il Santuario della Verna, luogo dove San Francesco si ritirò in penitenza e meditazione e dove ricevette le stigmate. L’ampio santuario è formato da numerose cappelle, chiese, grotte dove il Santo soggiornò a lungo. Notevoli gli affreschi all’interno dei vari edifici. Gli imponenti ruderi del Castello Cattani sono l’unica architettura civile di rilievo. Il turismo di matrice religiosa è componente fondamentale dell’economia del territorio. Ci sono quindi due percorsi principali che permettono attività di trekking ed escursioni a piedi.


montemignaioMONTEMIGNAIO (AR) – villaggio collinare

Castelli: Castello di Montemignaio
Località importanti: Passo della Consuma
Prodotti tipici: olio, miele, castagne
Riserve naturali: Area Naturale del Pratomagno
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione, motociclismo

Il territorio comunale si estende su una zona boscosa, compresa tra il Monte Secchieta e il valico della Consuma. Il castello e la Pieve di Santa Maria Assunta costituiscono le migliori testimonianze del passato medievale. L’eccellente ambiente naturale, quasi interamente composto da boschi di faggi e castagni, è attraversato da sentieri adatti per escursioni fino al Monte Secchieta, da dove si gode un eccellente panorama di tutto il Valdarno superiore, verso l’abbazia di Vallombrosa o, in direzione opposta, verso la cima del Pratomagno.


raggioloORTIGNANO RAGGIOLO (AR) – villaggio collinare

Chiese: Chiesa della Misericordia
Musei: Museo della Castagna
Prodotti tipici: castagne
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Il territorio comunale e il nome sono stati originati dalla fusione dei due centri abitati di Ortignano e Raggiolo. Nei villaggi ci sono molte vecchie abitazioni, con interessanti elementi architettonici come gli archi delle porte scolpiti con raffigurazioni di soggetto piuttosto vario. In tempi recenti il turismo estivo ha aperto alle due cittadine nuove possibilità di sviluppo. Di conseguenza è stata avviata la ristrutturazione molte vecchie abitazioni, alcune delle quali poggiano spesso direttamente su spuntoni di roccia viva. I numerosi percorsi che salgono fino alla cima del Monte Pratomagno sono un’ulteriore attrattiva.


castello poppiPOPPI (AR) – borgo medievale

Castelli: Castello di Poppi
Chiese: Abbazia di San Fedele, Convento di Certomondo, Abbazia di Prataglia, Eremo e Monastero di Camaldoli
Musei: Parco-zoo della fauna europea, Orto Botanico “Carlo Siemoni”
Località importanti: Badia Prataglia, Camaldoli
Prodotti tipici: formaggi, miele, carne chianina, salumi, marroni
Riserve naturali: Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna, riserva Foresta della Lama, riserva biogenetica di Camaldoli
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Borgo di prette origini medievali, è una delle poche “città murate” sopravvissute mantenendo l’aspetto originario. Le bellezze artistiche sono giunte pressoché intatte fino ai giorni attuali. Per questo il centro storico merita un’attenta visita, per l’architettura dei palazzi, i caratteristici rioni con le vie fiancheggiate da portici e gli stretti vicoli laterali. Da Porta Fronzola, punto d’ingresso dell’abitato, già si scorge, in alto, la Torre dei Diavoli, epilogo della vicenda della Contessa Matelda. La cittadina è dominata dal castello, conservatosi integralmente nella struttura originale. Nel territorio sono ubicati due importanti complessi religiosi: l’Eremo e Monastero di Camaldoli e il Monastero di Badia Prataglia, entrambi all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.


pieve romenaPRATOVECCHIO STIA (AR) – villaggi rurali e artigianali

Castelli: Castello di Romena, Castello di Porciano
Chiese: Propositura del Santissimo Nome di Gesù, Pieve di Romena
Monumenti: Molino di Bucchio
Musei: Museo Archeologico e delle Armi di Romena, Museo del Castello di Porciano, Museo e galleria d’arte del Palagio Fiorentino, Museo dell’Arte della Lana, Museo dello Sci
Terme: Parco termale dell’acqua di Calcedonia
Prodotti tipici e Artigianato: olio d’oliva, vini, stoffe, ferro battuto
Eventi: Biennale Europea d’Arte Fabbrile
Riserve naturali: Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Pratovecchio e Stia sono due distinte località che si sono fuse in modo da costituire un unico comune. I monumenti del territorio sono diversi e attraenti, pur risalendo quasi tutti all’epoca medievale. Tra quelli più significativi la suggestiva pieve romanica di Romena e il vicino Castello dei Conti Guidi; quindi il Castello di Porciano. La storia delle due cittadine è sempre stata unita alla bellezza dei boschi rigogliosi e alla maestosità del monte Falterona: non a caso c’è la sede del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Originario di Stia il “panno del Casentino” un pregiato tessuto di lana prodotto fin dal Medio Evo, attualmente reperibile presso filande artigianali e negozi dei due centri abitati.


subbiianoSUBBIANO (AR) – villaggio agricolo

Castelli: Castello di Santa Maria, Castello di Valenzano, Fortezza di Castelnuovo di Subbiano
Prodotti tipici e Artigianato: vinsanto, salumi, carne chianina, castagne, miele, formaggi, ferro battuto, pelle di struzzo
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Sorge alla riva sinistra del fiume Arno e, proveniendo da Arezzo, è la porta d’ingresso al Casentino. Tre castelli, tutti di origine medievale ma ricostruiti in stile neogotico, sono le più importanti architetture civili. In tutta la zona c’è un’attiva produzione agricola (vino, olio, miele) e numerose attività artigianali tipiche del Casentino, tra cui quella del ferro battuto. Un percorso segnalato consente di salire fino al Santuario de La Verna.

 


santa trinitàTALLA (AR) – villaggio collinare

Musei: Museo della Musica
Prodotti tipici e Artigianato: vino, olio d’oliva, frumento, castagne, calzature
Eventi: Corsa del Saracino
Sport: trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

Il territorio, tutto addossato alle pendici orientali del Monte Pratomagno, si estende tra verdeggianti colline ed è costellato di caratteristici borghi all’interno dei quali è possibile osservare i resti di numerose architetture di epoca medievale. Nel borgo di Castellaccia c’è la presunta casa natale di Guido Monaco, che mise a punto il sistema delle note musicali, successivamente trasformata in Museo della Musica.

Molino Grifoni

grifoni

Zona: Casentino
Tipo:
mulino storico
Comune: Castel San Niccolò (AR)
Indirizzo: località Pagliericcio

Tel.: +39 0575 572873
Sito: www.molinogrifoni.com

Alle pendici del Pratomagno, nelle vicinanze di Strada in Casentino è attivo un antico mulino con macine in pietra azionate dalle acque del torrente Solano, il Molino Grifoni. Dal 1696 una famiglia di mugnai, i Grifoni, iniziò la molatura del grano e delle castagne in farina. Sono quindi oltre trecento anni che a Pagliericcio le pesanti macine di pietra girano tutti i giorni. La tecnologia dei mulini è avanzata in modo sbalorditivo, ma ancora non esistono procedimenti che rilascino la fragranza del grano, del mais e delle castagne così come la macinatura a pietra, una tecnica che, oltre al sapore, conserva anche tutte le proprietà alimentari del prodotto iniziale.

Il Molino Grifoni è un’azienda di produzione e vendita di farine di vario tipo. Previa prenotazione sono possibili le visite.

Santuario La Verna

Chiusi della Verna (AR)
Complesso religioso francescano

Pieve di Romena

Pieve romanica del XII° secolo

Eremo e Monastero di Camaldoli

Monastero ed Eremo benedettino del XII°-XV° secolo

Castello di Poppi

Castello del IX° secolo – Poppi (AR)

Parchi e Riserve Naturali

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona Campigna

Parco di importanza nazionale

ARTE E MUSEI

Musei del Casentino

ecomuseo - MolinoAntico mulino a pietra

Le tradizioni e il folclore sono radicati in tutto il Casentino. Di conseguenza i maggiori musei sono strettamente legati agli aspetti storici e alle attività tradizionali della vallata. Numerosi quindi gli ecomusei che illustrano e documentano gli antichi lavori, i vecchi strumenti agricoli e domestici e le tradizioni popolari e molti altri aspetti del passato. La lavorazione dei cereali e delle castagne la narrano i diversi mulini con le grosse macine di pietra azionate dalla forza dell’acqua.

Non poteva mancare il Museo della Castagna, frutto che per secoli è stato fondamentale per l’alimentazione della popolazione. All’aperto ci sono le carbonaie dove il legno veniva trasformato in combustibile. Gli ecomusei hanno sede sia nelle cittadine sede di comune che nei piccoli centri abitati.

EcoMuseo del Casentino

Sotto questo nome sono raggruppati una alcuni musei della zona assieme ad altri punti di particolare interesse quali edifici storici, siti archeologici, vecchi mulini, centri di documentazione.

ecomuseo del casentinoZona: Casentino
Provincia: Arezzo
Comuni: Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Ortignano Raggiolo Poppi, Pratovecchio Stia, Subbiano, Talla
Tipo: musei ecologici-naturalistici
Centro informativo 1: Via Nazionale, 14 – località Badia Prataglia – Poppi (AR)
Tel: +39 0575 559477
Centro informativo 2: Via Montegrappa, 2 – località Stia – Pratovecchio Stia (AR)
Tel: +39 335 6222220
Centro informativo 3: Via Guido Brocchi, 7 – località Pratovecchio – Pratovecchio Stia (AR)
Tel: +39 0575 503029
Email:  info@casentino.ar.it
Sito: www.casentino.net

UNIONE DEI COMUNI MONTANI DEL CASENTINO
Centro Servizi Rete Ecomuseale
Tel.: +39 0575 507272
Email: ecomuseo@casentino.toscana.it
Siti: www.ecomuseo.casentino.toscana.it / www.ecomuseodelcasentino.it

L’Ecomuseo del Casentino  è costituito da una rete di esperienze culturali e spazi espositivi a stretto contatto con le comunità locali. Sono individuate 6 tematiche che individuano altrettanti itinerari disponibile a visitazione: archeologia, civiltà castellana, acqua, bosco, attività agro-pastorali e attività manifatturiere. punti museali. Lo scopo è quello di fornire una visione geo-morfologica culturale dalle attività proto industriali a quelle della vita quotidiana nel territorio del Casentino, permettendo di comprendere come fu sviluppato, nei secoli, il rapporto tra uomo e ambiente, da cui l’uso del termine ecomuseo.

I 6 itinerari sono graficamente identificati con un colore e collegati ad una struttura espositiva-didattica. Gli itinerari sono:

Archeologia – Percorso Viola

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLA CULTURA ARCHEOLOGICA DEL TERRITORIO

Comune: Subbiano (AR)
Via Arcipretura, 43 – Subbiano
Tel: +39 338 3321499

Il Centro di Documentazione si compone di due sale espositive, che presentano le testimonianze archeologiche più significative, messe in luce nel corso di saggi di scavo effettuati nel territorio dei Comuni di Subbiano e Capolona. Coprono un arco cronologico che va dal VII° sec. a.C. fino al secolo XIV°. L’allestimento è organizzato lungo una sorta di percorso riguardo ai materiali di età medievale, riferiti alle chiese scomparse del territorio, citate nei documenti medievali e le ricostruzioni che riguardano due tombe coeve, di I° secolo, che illustrano le diverse ritualità funebri: l’inumazione e la cremazione.

La prima, pertinente ad una signora, mostra nel suo corredo funebre, anche un pregevole specchio di bronzo. L’altra, presumibilmente riferita ad un giovane soldato, ha restituito una cospicua varietà e quantità di reperti. Inoltre  piatti, ciotole, brocche di ceramica a vernice nera e acroma, fino alla variegata tipologia di forme della sigillata aretina. Sono presenti anche ceramiche non vascolari di uso domestico e fittili destinati all’edilizia.

Acqua – Percorso Blu

MULIN DI BUCCHIO
Comune: località Mulin di Bucchio – Pratovecchio Stia (AR)
Fattoria Bucchi
Tel: +39 0575 582680   /  +39 338 1007610
www.molindibucchio.it

Il mulino ha funzionato regolarmente fino  al 1960. Nel mulino sono presenti ancora tutte le attrezzature (pale orizzontali, tramogge, macine) Tutto il complesso architettonico risulta ancora conservato nelle sue caratteristiche originarie. Annualmente il mulino ospita iniziative di vario genere: spettacoli, attività per bambini, concerti e si presta molto bene quale luogo di sosta e di riferimento per escursioni.

MULINI DI FALCIANO ( 2 mulini)
Comune: Subbiano
Località Falciano – Fattoria Mattesini
Tel: +39 0575 422138  / +39 335 5863158  /  +39 0575 422121

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E POLO DIDATTICO DELL’ACQUA
Comune: località La Nussa – Capolona (AR)
Tel: +39 0575 421370

Il percorso museale illustra le molteplici modalità d’impiego delle acque, da risorsa indispensabile nell’alimentazione alla produzione di energia per muovere macchine come mulini, gualchiere e ferriere. La prima sezione del museo è dedicata alle Acque della valle, che consente di iniziare la conoscenza della rete idrica incentrata sul corso del fiume Arno e dei suoi affluenti. La successiva è dedicata ai Ponti e Porti , sorti per collegare passi e abitati nati lungo il fiume .

La presenza di mulini, ferriere, gualchiere,  testimoniano quanto la forza dell’acqua sia stata essenziale per la crescita delle attività manifatturiere industriali localizzate in tutta la valle. La forza motrice idraulica e la varietà delle macchine mosse dall’acqua viene illustrata nella sezione delle artifici e macchine. Il percorso finisce con il laboratorio che espone  le qualità fisico chimiche dell’acqua e i principi idrodinamici .

Bosco – Percorso Verde

MUSEO DEL BOSCO E DELLA MONTAGNA – Collezione Ornitologica “Carlo Beni”
Comune: Vicolo de’ Berignoli – località Stia – Pratovecchio Stia (AR)
Tel: +39 0575 583965  / +39  347 7341266
Orari: domenica e festivi 10.00 -12.30  e 16.00-19.00

Il Museo  del Bosco e della Montagna  illustra l’uso delle risorse forestali nell’economia montana preindustriale attraverso numerosi strumenti di lavoro e oggettistica. La collezione Ornitologica “C. Beni”, comprende 520 esemplari di 176 specie di uccelli presente nel territorio casentinese all’epoca degli ultimi decenni dell’Ottocento. Nella struttura è presente un piccolo giardino pensile, utilizzato per gli incontri e le attività didattiche del museo, dove si affaccia anche il “Laboratorio di Lando”.

ECOMUSEO DEL CARBONAIO BANCA DELLA MEMORIA “GIUSEPPE BALDINI” – Casa dei Sapori
Comune:  La Chiesa località Cetina – Castel San Niccolò
Tel: +39 0575 555280   / +39  393 3555059
www.cetica.it
Orari:  Sabato e Domenica 15:30 -18:30

Il mestiere del carbonaio è stato una delle attività sicuramente più rappresentative dello stretto legame che per secoli ha legato l’uomo al bosco e alle sue risorse. Praticati anche in ambiti territoriali molto distanti dal Casentino, i lavori del taglio della legna e della cottura del carbone, costituirono importanti occupazioni per molte comunità montane della valle fino alla metà del XX secolo.

Il percorso di visita si articola in tre sezioni volte a fornire informazioni e suggestioni, intorno al mestiere del carbonaio con pannelli didascalici, esposizioni di strumenti di lavoro e allestimenti scenografici. Fa parte integrante del percorso anche la sala polivalente dedicata alla proiezione di audiovisivi, ma anche a laboratorio didattico e spazio per degustazioni alla riscoperta degli antichi sapori.

L’itinerario prosegue nella vicina area verde dove sono stati ricostruiti a scopo dimostrativo,  una capanna e una carbonaia. Da qui si può procedere alla visita dei villaggi con piazze che  ancora sono utilizzate per la cottura della legna, ma anche dei mulini ad acqua ancora funzionanti. All’interno del museo è ospitata anche la Casa dei Sapori, dove è possibile degustare piatti della cucina tipica e prodotti locali.

Agro-pastorale – Percorso Giallo

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE SULLA CULTURA RURALE DEL CASENTINO
Comune: località Torre di Ronda – Castel Focognano
Tel: +39 335 1420861  /  +39  0575 592152
Orari: Luglio Agosto, Sabato – Domenica e festivi 16:00-20:00

Il centro, ubicato all’interno della “Torre di Ronda”, uno dei pochi ruderi  dell’antico castello risalente all’XI° e XII° secolo, si articola in tre piccole sezioni:
• I lavori dei boschi e dei campi con esposizione di strumenti legati al ciclo del grano e al taglio del bosco;
• La pastorizia e la transumanza che espone attrezzi riferiti alla lavorazione del latte, alla tosatura e agli spostamenti delle greggi;
• La lavorazione della lana in cui prendono posto le principali strumentazioni un tempo utilizzate nelle varie fasi del ciclo della lana in ambito domestico. Dalla cardatura alla filatura fino all’orditura e tessitura, può essere ripercorso il processo di lavorazione dal vello al tessuto.

Dalla torre la visita può continuare all’interno del borgo alla scoperta di antiche testimonianze tra cui la Loggia del Podestà, risalente al XV secolo,  dove è visibile anche l’antico forno da pane utilizzato in passato dalla comunità di Castel Focognano.

Civiltà castellana – Percorso Rosso

MUSEO DEL CASTELLO DI PORCIANO
Comune: Località Porciano – Pratovecchio Stia (AR)
Tel: +39 337 671277
www.castellodiporciano.com
Orari:  domenica e festivi 10.00-12.00 e 16.00.19.00

Il castello di Porciano, di proprietà privata, risalente al X° secolo, appartenne ai conti Guidi fino a quando, nel 1444, passò alla Repubblica Fiorentina. È stato restaurato tra il 1963 e il 1973 da Flaminia Goretti de Flamini e da suo marito George Anderson Specht. La struttura è aperta al pubblico e possono essere visitati  la collezione di oggetti domestici e strumenti agricoli usati nella campagna circostante, una piccola esposizione sui nativi d’America del Nord Dakota,  l’esposizione dei reperti archeologici  e la vuotatura dell’antica cisterna datati  tra il XIII  e XIV secolo, oltre la sala di rappresentanza del castello.

 

CASA NATALE DI GUIDO MONACO
Comune: località La Castellaccia – Talla (AR)
Tel: +29 338 3573501  /  +39 0575 597512
Orari: Sabato e Domenica 16:00 – 18:00
Il centro è ubicato  all’interno di uno spazio risalente al X° secolo, dove si crede che sia nato Guido Monaco. Il monaco benedettino nacque  fra il 992 ed il 995.  Trasferitosi verso il 1025 ad Arezzo, sotto il patronato del vescovo Teobaldo, prese in mano l’insegnamento musicale e corale nella scuola episcopale della città. A Guido Monaco è attribuita l’elaborazione di un nuovo libro liturgico, l’antifonario, in cui le melodie sono scritte con segni collocati su un rigo.

L’allestimento museale  ha un carattere prevalentemente documentario e didattico ed espone strumenti musicali, pannelli interattivi e didascalici che consentono di ripercorrere la storia e le caratteristiche della nascita della notazione musicale ideata dal monaco camaldolese.

Manifatturiero – Percorso Arancione

MUSEO DELLO SCI
Comune: Vicolo de’ Berignoli – località Stia – Pratovecchio Stia (AR)
Tel: +39 0575 583965  / +39  347 7341266
www.comune.stia.ar.it
Orari: domenica e festivi 10.00 -12.30  e 16.00-19.00

La raccolta, curata dall’associazione  Sci Club, raccoglie diversi esemplari di sci ed illustra l’evoluzione da mezzo di trasporto, indispensabile per le genti di montagna, a strumento per lo sport agonistico. Arricchisce la sezione anche materiale fotografico riferito all’area e alla montagna casentinese.

MUSEO DELLA PIETRA LAVORATA
Comune: località Strada in Casentino – Castel San Niccolò (AR)
Tel: +39 0575 571025  /  +39 339 4371274
Orari:  sabato e domenica 16.00-19.00

Il museo è accolto negli spazi dell’ex chiesa del Collegio dei salesiani ubicato a Strada in Casentino, comune di Castel San Niccolò. Un percorso di visita tocca alcune emergenze architettoniche del paese tra cui la pieve romanica di San Martino a Vado, il castello di San Niccolò e la chiesa sconsacrata ubicata nel medesimo borgo medievale che accoglie il laboratorio didattico.

Nel percorso espositivo dopo una breve presentazione del medioevo in Casentino, vengono presentati modalità di lavoro e criteri interpretativi propri dell’archeologia medievale insieme ad alcuni manufatti di pietra particolarmente rappresentativi della Valle del Solano oltre la storia, manufatti, lavoro, testimonianze, legate alle famiglie dedite da generazioni alla lavorazione della pietra – gli scalpellini. Completano il percorso alcune “stazioni multimediali” dedicate al “paesaggio sonoro” e alla presentazione di documenti filmati raccolti nell’ambito del progetto “Banca della Memoria” della Mediateca del Casentino.

ECOMUSEO DELLA POLVERE DA SPARO E DEL CONTRABBANDO
Comune: località San Vincenzo – Chitignano (AR)
Tel: +39 339 6617113  /  +39 0575 596713
Orari:  Luglio, Agosto – Sabato e Domenica 16:00-19:00

L’ecomuseo documenta l’attività di produzione e commercio di due particolari prodotti: la polvere da sparo ed il tabacco. Gli opifici addetti alla produzione di polvere pirica, ubicati lungo il torrente Rassina, con macchinari mossi grazie alla forza idraulica, conobbero il loro maggiore sviluppo tra il XIX e il XX secolo. L’attività, oltre che all’interno di strutture autorizzate, veniva svolta anche attraverso i numerosi “pilli” (cavità scavate nella pietra per il pestaggio delle componenti) disseminati nei boschi, al di fuori del controllo degli organi di sorveglianza, la cui produzione alimentava il mercato del contrabbando.

Altre vicende conobbe la coltivazione del tabacco, che dopo la soppressione del privilegio, avvenuta nel 1830, il commercio del tabacco continuò clandestinamente. La materia prima veniva recuperata nelle zone della Valtiberina e dell’Umbria e trasportata a Chitignano per la trasformazione in trinciato e sigari mediante la lavorazione  delle sigaraie, donne specializzate in questa particolare manifattura. Il prodotto finito era quindi smerciato attraverso il contrabbando. . Dentro la struttura dell’ecomuseo, concepita come centro di documentazione, sono collocati strumenti di lavoro e pannelli esplicativi riferiti alle due lavorazioni.

Museo della Verna

Indirizzo: Località La Verna – Chiusi della Verna (AR)
Orari: domenica e festivi 10.00-12.00 e 14.00-17.00
Ingresso: gratuito

Il museo è ubicato all’interno del complesso religioso de La Verna. L’esposizione è suddivisa in sette sale che raccolgono opere d’arte e oggetti sacri, ma la funzione primaria della raccolta è quella di mostrare uno spaccato di vita francescana in questo luogo. Oltre che interessanti dal punto di vista artistico e fortemente emotivi da quello spirituale, alcuni oggetti sono sicuramente anche suggestivi.

Museo Archeologico del Casentino "Piero Albertoni"

Indirizzo: Palazzo Niccolini – via Berni, 21 – Bibbiena (AR)
Tel: +39 0575 595486
Email: prenotazioni@arcamuseocasentino.it
Orari: da maggio a settembre da martedì alla domenica 9.00 -12.00 e da venerdì alla domenica 15.30-18.30; lunedì chiuso

Il museo espone reperti e materiali provenienti degli scavi archeologici nel Casentino e vuole illustrare la storia della vallata dal periodo preistorico al Medio Evo. Ognuna delle sei sale è dedicata a temi diversi e località che si sono rivelati di particolare interesse archeologico.

Museo dell’Arte della Lana

Museo della Lana

Zona: Casentino
Tipo: museo industriale
Comune: Pratovecchio Stia (AR) – località Stia
Indirizzo: via G. Sartori, 2
Tel.: +39 0575 582216
Email: info@museodellartedellalana.it
Sito: www.museodellartedellalana.it
Orari: variabili a seconda dei mesi e dei giorni (consultare il sito)
Biglietto: intero €uro 5,00, ridotto € 3,00, gratuito fino a 6 anni e portatori di handicap
Servizi: visite guidate (€ 2,00 a partecipante), aula didattica (€ 2,00 a partecipante)

Il Museo della Lana è  ubicato in una porzione dello storico Lanificio di Stia, impianto industriale risalente alla fine del XIX° secolo e, per alcuni anni, uno dei maggiori centri italiani del settore. L’esposizione è un’eccellente esempio di recupero dell’archeologia industriale, interamente dedicato alla lana e alla storia della lavorazione nel corso dei secoli, con l’aggiunta di esperienze tattili e sensoriali lungo tutto il percorso.

Gli ampi spazi della struttura originaria consentono di visualizzare in maniera dettagliata tutta la sequenza delle operazioni, dalla tosatura degli ovini alla filatura dei tessuti. Vasta è l’esposizione dei macchinari, dagli antichi fusi di fattura artigianale a moderne macchine, alcune delle quali possono essere osservate in funzione.

ITINERARI

Percorsi in Casentino

linea gotica1 Resti della Linea Gotica

Nel Casentino c’è un’incredibile concentrazione di luoghi di culto: chiese, pievi, abbazie, monasteri, cappelle, tabernacoli. In occasione del Giubileo dell’anno 2000 alcuni di questi luoghi sono stati raccordati da una serie di itinerari un poco informali, non segnalati ma che possono essere percorsi, per consistenti tratti, in automobile, a piedi, in mountain bike, a cavallo. Qui di seguito gli itinerari più significativi possibili, ma è opportuno consultare una carta geografica e stradale dettagliata prima di intraprenderli.

Via Romea dell'Alpe di Serra

Era uno dei tanti itinerari che i pellegrini provenienti dall’Europa Centrale percorrevano in direzione della “Città Santa” (Roma). Dall’attuale Romagna i pellegrini si dirigevano verso Bagno di Romagna per poi salire sull’Appennino. Il tratto casentinese inizia proprio dal crinale.

1 – Passo di Serra e valle del Corsalone
L’itinerario inizia dallo storico valico, ubicato circa a metà tra l’attuale Passo dei Mandrioli (sulla Strada Provinciale 152 Umbro Casentinese Romagnola, ex SS 71) e il Poggio Tre Vescovi. Con un poco di attenzione si possono ancora individuare piccole porzioni del selciato medievale. L’itinerario attraversa la Vallesanta, seguendo il torrente Corsalone e toccando i piccoli abitati di Serra (chiesetta romanica), Scapruggine, Aioli, Biforco, Rimbocchi.

2 – Rimbocchi – Bibbiena
L’itinerario prosegue lungo il corso del torrente Corsalone alternativamente o lungo la sponda destra, superando i piccoli centri abitati di Pezza, Giona, Gressa (ruderi di un castello e dell’antica chiesa di San Jacopo, protettore di pellegrini e viandanti), oppure lungo la sponda sinistra dove ci sono gli abitati di Siregiolo e Gello fino a convergere su Banzena. Da qui scende ancora verso Campi (ruderi di un ponte), Corsalone e poi Bibbiena.

3 – Bibbiena-Subbiano
Il tragitto storico dopo Campi è incerto, ma è probabile che toccasse, in successione, gli abitati di Sarna (antico castellare), Rosina e Taena (entrambe di origine etrusca), Buca del Tesoro (acque solforico-ferruginose), Chitignano (notevole il castello dei conti Ubertini), Poggio d’Acona, Valenzano (attraente il castello, attualmente una residenza di lusso), Spedaletto per giungere a Subbiano, cittadina dove ci sono edifici civili e religiosi di valore.

4 – Subbiano-Arezzo
Dopo Subbiano la via Romea proseguiva verso Ponte Caliano e poi, lungo un itinerario non più rintracciabile, verso Arezzo. Lungo il percorso si possono comunque visitare Capolona (notevole la pieve di Sietina) e attraversare Giovi e Ponte alla Chiassa.

Itinerario camaldolese

La presenza del grande e importante Eremo di Camoldoli e anche del Monastero ha permesso di raccordare tra di loro anche altre località legate alla presenza e all’attività dell’Ordine Camaldolese, a partire dalle prime celle costruite, dalla chiesa e dall’ospizio di Fontebona (secolo X°).

1 – Eremo di Camaldoli (Poppi)
L’itinerario inizia proprio dal luogo dell’attività di San Romualdo (XI° secolo) e dai primi passi dell’ordine religioso Camaldolese. È ormai divenuto un celebre centro spirituale, circondato dai secolari boschi dell’Appennino Tosco Romagnolo.

2 – Monastero di Camaldoli (Poppi)
Trae origine da un punto di sosta che San Romualdo volle ampliare nell’XI° secolo anche se una tradizione vuole che il monastero sia stato costruito su un castello donato dal conte Maldolo. Fin dalle origini il monastero ha costituito un importante centro culturale e vi hanno sostato personaggi del calibro di Lorenzo e Giuliano de’ Medici, Marsilio Ficino, Cristoforo mandino. La chiesa contiene pregevoli dipinti di Giorgio Vasari.

3 – Moggiona (Poppi)
Nel piccolo centro, situato un poco più in basso rispetto ai due insediamenti principali, abitato spicca la chiesa di San Giacomo, risalente al XII° secolo. Fu acquistata dall’Ordine Camaldolese ed entrò a far parte della “Contea di Camaldoli”. All’interno sono visibili vari oggetti legati all’espansione dell’ordine religioso.

4 – Avena (Poppi)
Scendendo ulteriormente lungo la strada in direzione di Poppi, nel piccolo centro abitato c’è la chiesa di San Bartolomeo ad Agna, le cui origini risalgono all’XI° secolo. Fu proprietà dell’Ordine Camaldolese dall’inizio del XIV° secolo al XVIII°

5 – Villa La Mausolea (Bibbiena)
Risalendo verso Lierna e poi scendendo di nuovo fino a intercettare la Strada Provinciale 152 Umbro Casentinese Romagnola (ex SS 71) si giunge fino l’imponente villa del XVII° secolo, unica di questo stile in tutto il Casentino. Per molti anni fu usata come foresteria, come ospizio per i monaci anziani e come centro amministrativo dei possedimenti dell’ordine religioso.

6 – Pratovecchio
Intercettata la Strada della Consuma (SR 70, ex SS 70) a nord di Bibbiena la si risale fino a Pratovecchio. Qui, all’interno del capoluogo, c’è il monastero femminile di San Giovanni Evangelista, fondato già nel 1134 dai potenti feudatari Guidi. Il convento è all’origine dello sviluppo del villaggio. La chiesa è stata ampiamente modificata all’inizio del XVIII° secolo ma all’interno ci sono opere pittoriche di valore.

7 – Poppiena (Pratovecchio)
A poca distanza dall’abitato principale c’è l’abbazia di Santa Maria, documentata dal 1099. Fu soppressa nel XV° secolo e trasformata in parrocchial e restaurata nel 1935 da Giuseppe Castellucci. All’interno si sono la tavola Annunciazione attribuita a Giovanni dal Ponte (XV° secolo) e un frammento dell’affresco trecentesco Madonna in trono con il Bambino tra i Santi Benedetto e Romualdo.

Itinerario abbazie e monasteri

Il Casentino è stato un luogo di ispirazione mistica e, nel corso dei secoli, sono sorti vari centri di vita spirituale. In ordine cronologico si sono susseguiti tre ordini religiosi: Benedettino, Francescano, Domenicano. Il fulcro dell’itinerario è decisamente Poppi, nel cui territorio comunale ci sono ben quattro strutture religiose di notevole interesse. L’itinerario inizia comunque un poco più a nord, nell’abitato di Pratovecchio.

1 – Pratovecchio
Il Monastero di Santa Maria della Neve fu fondato alla fine del XVI° secolo ed è affidato alle suore domenicane. All’interno sono conservate pregevoli opere pittoriche di scuola fiorentina del XIV° secolo tra cui l’olio su tavola Madonna della Neve attribuito a Jacopo da Pratovecchio. Di scuola veneziana è invece l’olio su tela Deposizione (seconda metà del XVI° secolo). L’itinerario prosegue per Poppi, pochi chilometri più a sud.

2 – Poppi
Nella cittadina ci sono tre edifici religiosi di rilievo mentre un quarto è in località Badia Prataglia:

– il convento di Certomondo, che include la chiesa della Santissima Annunziata e di San Giovanni Battista, fu fondato nel XIII° secolo da Guido Novello, conte di Poppi e Modigliana, a ricordo della vittoria di Siena contro Firenze nella battaglia di Montaperti (1260). All’interno è di particolare pregio l’Annunciazione di Neri di Bicci (1466). Dopo la battaglia di Campaldino nel convento fu sepolto il vescovo Guglielmino degli Ubertini, capo dell’armata aretina, mentre nei pressi molti dei caduti furono sepolti in grandi fosse comuni.

– L’Abbazia di San Fedele è uno dei più pregevoli edifici religiosi in stile romanico del Casentino. Fu costruita su iniziativa dei Conti Guidi tra la fine del XII° secolo e l’inizio del XIII° per i monaci di Vallombrosa. Ingrandita nei secoli seguenti e fortemente contaminata dallo stile barocco, nel 1810 l’abbazia fu soppressa e ridotta a semplice parrocchia. Tra il 1928 e il 1934 la chiesa fu restaurata, ripristinando l’originario stile romanico. All’interno ci sono pregiate opere pittoriche come la Madonna con Bambino (XIII° secolo), un crocifisso in stile giottesco, dipinti di Jacopo Ligozzi, Portelli, Davanzati, Francesco Morandini e Solosmeo. Altrettanto pregevole la Madonna e il Bambino in trono attribuita al Maestro della Maddalena (1280-1290 circa). La cripta, composta da tre piccole navate, è quasi esclusivamente riservata alla devozione del patrono di Poppi, il Beato Torello, un eremita morto nel 1182.

– L’Abbazia di Strumi fu costruita alla fine del X° secolo dal conte Tegrimo II° Guidi. La struttura fu abitata dall’Ordine Vallombrosano fino al XVI° secolo. Successivamente fu trasformata in una struttura agricola ma sono ancora chiaramente riconoscibili la chiesa e l’abside. La tradizione vuole che da Strumi provenisse l’antipapa Callisto III°.

– Edificata intorno al 986 dall’Ordine Benedettino e dedicata a Santa Maria Assunta, fino alla metà del XII° secolo l’abbazia crebbe in potere e proprietà, merito soprattutto di donazioni dei vescovi di Arezzo. Dopo un contenzioso di quasi due secoli con quella di Camaldoli, nel 1391 fu soppressa da Papa Bonifacio IX° che deliberò il trasferimento definitivo delle proprietà a Camaldoli e la stessa chiesa divenne una semplice parrocchia. L’interno è a navata unica, coperta a capriate, con abside semicircolare. Insolita è un’apertura rettangolare nella parete di fondo, destinata a conservare reliquie di martiri.

L’itinerario prosegue per Bibbiena, pochi chilometri più a sud.

3 – Bibbiena
Situato nel centro della cittadina, il complesso di San Lorenzo è costituito da tre costruzioni distinte – chiesa, convento e chiostro – collegate tra di loro. La chiesa, in stile rinascimentale, fu costruita nel 1474 sulle strutture di un precedente oratorio affidato all’Ordine Francescano de La Verna. All’interno sono conservate due terrecotte invetriate raffiguranti la Natività e la Deposizione, entrambe attribuite ad Andrea della Robbia. L’elegante chiostro del convento fu costruito nella prima metà del XVII° secolo.

L’itinerario termina più verso sud.

4 – Pieve di Pontenano (Talla)
Un monastero benedettino – il primo in ordine di tempo di tutto il Casentino – fu fondato attorno all’anno 960 sopra il precedente ospizio clunicense di Fonte Benedetta. Il monastero si sviluppò velocemente e, nei secoli XI° e XII°, aveva giurisdizione su un vasto territorio. Nel 1425 fu affidato ai monaci vallombrosani, ma alla fine del XVII° secolo tutti gli edifici erano già in rovina. Nonostante le asportazioni di elementi costruttivi i suggestivi resti permettono di individuare i tratti caratteristici della costruzione originaria, a croce latina, tra cui l’abside, il perimetro murario e i basamenti delle colonne anteriori.

Itinerario delle pievi

L’itinerario ripercorre, in buona parte, l’antica viabilità di epoca romana che, mantenuta durante il Medioevo, facilitò la costruzione di pievi lungo il tracciato: molte, infatti, furono edificate su presistenti edifici di culto pagano. Costruite quasi tutte in stile romanico, fino al XIII° secolo si caratterizzarono per la presenza del fonte battesimale. All’interno degli edifici si nota una decorazione più elaborata (capitelli, colonne) e il successivo inserimento di opere pittoriche, sia su tavola che su tela. L’itinerario inizia dalla località più a nord di tutto il Casentino.

1 – Stia (Pratovecchio)
La Pieve di Santa Maria Assunta è un gioiello di arte romanica risalente, nella struttura primaria, a metà del XII° secolo. All’interno sono conservate opere di valore tra le quali il trittico Annunciazione di Bicci di Lorenzo (1414), una Madonna in trono col Bambino della scuola di Cimabue, la terracotta bianca invetriata Madonna con Bambino di Andrea della Robbia e un ciborio in terracotta policroma invetriata, opera della bottega Della Robbia (secolo XVI°). All’esterno, posto all’interno di una nicchia, è situato un affresco raffigurante San Francesco, dipinto da Pietro Annigoni negli anni ‘80.

2 – Romena (Pratovecchio)
Ubicata su una collina a sud-est dell’abitato e nelle vicinanze del famoso castello dei Conti Guidi, la Pieve di San Pietro fu costruita in puro stile romanico a metà del XII° secolo sopra una precedente chiesa risalente all’VIII° secolo e i cui resti sono visibili sotto il presbiterio. Fortemente danneggiata da una frana nel 1678 e poi anche da un terremoto nel 1729, è stata restaurata nell’aspetto originario. La chiesa è suddivisa in tre navate con campate su colonne monolitiche di pietra, arricchite da capitelli con motivi decorativi (da elementi geometrici e vegetali stilizzati a figure umane e zoomorfe). La pieve è attualmente sede di un’attiva comunità denominata “Fraternità di Romena” che organizza incontri, seminari, convegni su argomenti religiosi, spirituali, filosofici ecc.

Dopo la visita a Romena si deve intercettare la pittoresca Strada della Consuma (SR 70, ex SS 70) fino al bivio per Montemignaio e scendere verso il villaggio.

3 – Montemignaio
Risalente all’inizio del XII° secolo, la Pieve di Santa Maria Assunta, in stile romanico, è impostata su tre navate e abside semicircolare. Sulle colonne e i pilastri che sostengono la costruzione rimangono tracce dell’intonaco e di affreschi, uso tipico della fine XIV° secolo. Tra questi dipinti quello meglio conservato è un’immagine della Vergine. All’interno, l’opera di spicco è comunque la tempera su tavola Madonna con Bambino, attribuita a Rossello di Iacopo Franchi. Sull’altare della navata destra c’è la pregevole policromia robbiana Madonna con Bambino.

L’itinerario prosegue in direzione di Strada.

4 – Strada in Casentino (Castel San Niccolò)
La Pieve di San Martino a Vado risale all’inizio dell’XI° secolo ed è una delle molte pievi fatte costruire dalla contessa Matilde di Canossa. Nonostante i danni subiti da una rovinosa alluvione del XVIII° secolo, tra tutte le pievi romaniche dell’Alto Casentino è quella che ha meglio conservato la struttura originaria, a iniziare dalla facciata. All’interno ogni colonna è sormontata da capitelli, diversi l’uno dall’altro, con minuziose decorazioni arboree (XII° secolo), pregevole opera di maestranze lombarde e scalpellini locali. Sulle pareti sono collocati due affreschi staccati provenienti dalla chiesa del castello: una Crocifissione e un San Niccolò con Santi (XIV° secolo) di scuola fiorentina. Inoltre il dipinto su tela San Simone Stoch che riceve uno scapolare dalla Madonna del XVII° secolo.

L’itinerario prosegue verso l’attraente villaggio di Poppi e, pochi chilometri più a sud, c’è un altro edificio religioso di rilievo.

5 – Buiano (Poppi)
Santa Maria una delle più antiche pievi del Casentino: fu edificata nei primi anni dell’XI° secolo nei pressi di una costruzione di epoca romana. L’edificio attuale è a una sola aula con abside a pianta semicircolare. Sono inoltre visibili i resti dell’abside settentrionale e le fondamenta delle navate laterali dell’edificio primitivo, danneggiato nel corso dei secoli successivi. La cripta ha mantenuto l’aspetto originale, con tre piccole navate coperte da volte a crociera, e divise da quattro colonnine concluse da un’ampia abside semicircolare.

Pochi chilometri separano Buiano da Bibbiena, ma per la visita successiva conviene deviare subito e risalire un poco la Strada Provinciale 152 Umbro Casentinese Romagnola (ex SS 71).

6 – Partina (Bibbiena)
Della Pieve di Santa Maria rimangono solo alcuni resti (capitelli a croce, archi della navata) visibili sulla fiancata di una vecchia casa colonica, a suo tempo proprietà dell’Ordine Camaldolese. Sembra che Santa Maria fosse una delle più importanti pievi di tutto il Casentino.

7 – Bibbiena
La Pieve dei SS. Ippolito e Donato era in origine la cappella del castello all’epoca dei vescovi-conti Tarlati. L’edificio, in stile romanico e a navata unica, risale agli inizi del XII° secolo, ma è stato rimaneggiato più volte nei periodi successivi. All’interno, oltre a numerosi affreschi di scuola toscana, ci sono opere pittoriche di notevole valore. Le tre più pregevoli sono il trittico Madonna in Trono con Bambino e Santi di Bicci di Lorenzo (XV° secolo), la tela Madonna con Bambino e Santi (datata 1600) di Jacopo Ligozzi, la tempera su tavola Madonna in Trono con Bambino e angeli, eseguita nel XV° secolo da Arcangelo di Cola da Camerino. L’organo costruito da Onofrio Zeffirini è datato 1542.

Per la successiva visita bisogna proseguire verso sud e poi deviare leggermente all’altezza di Rassina

8 – Socana (Castel Focognano)
Una prima chiesa fu costruita nel V° secolo d.C. esattamente dove sorgeva un tempio etrusco, poi riconsacrato in epoca romana. L’edificio fu ricostruito nel VII° secolo e poi, nuovamente, nel X° e le tracce di queste due fasi sono ben visibili nell’attuale Pieve di Sant’Antonino. Dunque si direbbe che sia il più antico edificio di culto di tutto il casentino. Scavi eseguiti in tempi recenti hanno permesso di riportare alla luce il tempio etrusco e l’ara sacrificale, ben conservatasi nel tempo. Inoltre sono state recuperate anche venti antefisse, alcune con bella policromia, risalenti al V°-IV° secolo a.C. e una testa della dea Minerva, risalente al II° secolo a.C. Una torre cilindrica di segnalazione, divenuta la base del campanile, risale al I° secolo a.C.

Per l’ultima visita bisogna scendere in direzione di Arezzo fino al comune di Capolona.

9 – Sietina (Capolona)
La pieve, documentata dall’XI° secolo con il nome di Santa Maria Maddalena, è uno dei migliori esempi di stile pre-romanico in Casentino. Le tre navate sono separate da grossi pilastri rettangolari e concluse da altrettante absidi semicircolari. L’interno è completamente rivestito di affreschi di scuola aretina, risalenti al XIV° e XV° secolo. Quelli di maggior spicco sono Madonna in trono con Bambino e Martirio di Sant’Agata, quest’ultimo attribuito a Lorentino d’Andrea. La vetrata dell’abside è attribuita a Guillaume de Marcillat.

Luoghi di culto mariano

L’itinerario collega alcune strutture religiose dove, secondo la tradizione popolare, si sono verificati eventi miracolosi legati alla Madonna, principalmente nei secoli XV° e XVI°.

1 – Stia (Pratovecchio)
Il punto di partenza dell’itinerario può essere il santuario di Santa Maria delle Grazie. Fu costruito per ricordare un’apparizione della Madonna, avvenuta nel maggio 1428. L’edificio ha un palese aspetto rinascimentale. All’interno c’è una tribuna decorata con terrecotte robbiane. L’evento miracoloso è ancora ricordato dalla “Processione degli Angiolini”.

2 – Montemignaio
Il romitorio di Santa Maria delle Calle ha origine da un tabernacolo con un’immagine della Madonna molto venerata e assunse l’aspetto attuale a metà del XVII° secolo. L’immagine è attualmente visibile all’interno della pieve di Montemignaio.

3 – Poppi
Ubicata nel centro storico del villaggio la chiesa di Santa Maria contro il Morbo fu costruita nella seconda metà del XVII° secolo per ringraziare la Vergine di aver attenuato gli effetti di una violenta pestilenza avvenuta tra il XVI° e XVII° secolo.

4 – Bibbiena
A poca distanza dall’abitato principale c’è il Santuario di Santa Maria del Sasso, costruito su volere di Lorenzo de’ Medici (“Il Magnifico”) a ricordo di un’apparizione mariana avvenuta nel 1347. L’edificio, di chiaro aspetto rinascimentale, sembra sia stato consacrato dal riformatore Girolamo Savonarola. Nella chiesa è conservata la venerata statua lignea Madonna del Buio. Tra le opere d’arte una Madonna con Bambino di Bicci di Lorenzo e opere della bottega Della Robbia.

5 – Salutio (Castel Focognano)
La chiesa è ubicata circa a metà strada tra Rassina e Talla. All’inizio un semplice oratorio, fu trasformata nella Pieve di Santa Maria in Bagno dopo un’apparizione della Madonna avvenuta nel 1588. Curiose sono le vasche per le immersioni nelle acque, ritenute di effetto terapeutico.

Sentiero della Linea Gotica

monte lopiPartenza: località Moggiona – comune di Poppi (AR)
Arrivo: località Moggiona
Tempo di percorrenza: 2 ore
Difficoltà: facile

La Linea Gotica (Gotenstellung in tedesco) era una struttura difensiva tedesca, progettata per sfruttare la natura impervia degli Appennini effettuando un controllo esteso ma con un modesto numero di uomini. Divideva l’Italia in due, da Massa Carrara a Pesaro, per un totale di circa 320 chilometri di fortificazioni tra il Tirreno e l’Adriatico, compreso anche il Casentino. Questo sistema di posizioni, articolato su allineamenti progressivi, aveva l’obiettivo di ritardare l’avanzata alleata verso il nord. I ruderi delle fortificazioni sono ancora riconoscibili: si tratta di buche scavate sull’orlo dei crinali, rivolte a sud verso Serravalle e la vallata di Soci, che ospitavano cannoni di medio o grosso calibro. Con lo stesso criterio furono costruite le piazzole per mortaio. Sono ancora riconoscibili trincee, punti di avvistamento e centri di fuoco.

Da Moggiona si percorre la strada verso l’Eremo di Camaldoli. Dopo circa 3 chilometri si svolta a sinistra imboccando la strada sterrata per Asqua. Dopo circa 1 chilometro si arriva in corrispondenza del pannello informativo da cui inizia il percorso. Il sentiero ad anello è ben segnalato e non presenta particolari difficoltà. Il tratto iniziale, di circa 500 metri, è in salita, mentre il resto del percorso mantiene un andamento pianeggiante fino a Poggio Muschioso per poi scendere verso la località La Rota. Il primo tratto costeggia la Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli, uno dei complessi boschivi italiani più antichi. Lungo l’itinerario sono presenti alcune segnalazioni che indicano le postazioni tedesche.

GASTRONOMIA

Prodotti tipici

panePane del Casentino

Il Casentino è terra di antiche tradizioni alimentari ed i sapori sono intensi e delicati allo stesso tempo. L’agricoltura e l’allevamento sono attività che negli anni si sono evolute e modernizzate senza alterare la qualità dei prodotti. Attualmente sono molte e di vario tipo le aziende alimentari e agricole che offrono piaceri veramente unici per il palato. Le specialità tipiche sono prodotte da aziende agricole e artigianali che sono un vanto per l’intera Toscana.

  • carne bovina (Chianina)
  • salumi (prosciutto)
  • formaggi pecorino e caprino
  • miele
  • frutta (mele e pere)
  • patata rossa di Cetica
  • farina di castagne
  • pasta fresca
  • pane
  • birra artigianale

Vendita prodotti tipici

Villa La Ripa

Arezzo (AR)
Cantina vinicola

Birrificio La Campana d’Oro

Bibbiena (AR)
Birra agricola biologica a km0

ARTISTI E ARTIGIANATO

Artisti e atelier

Carlo Lanini pittore

Poppi (AR)
Pittura iperrealista

Artigianato

artigianato casentinoArredi di fattura artigianale

Il Casentino è una zona di artigianato tipico e di qualità in vari settori, quello del legno, del ferro, del tessile (il Panno Casentino).

Ferro battuto

L’arte fabbrile, detta anche forgiatura del ferro o, più comunemente, ferro battuto, è un mestiere di tradizione antichissima. In Casentino ci sono ancora varie botteghe di fabbri dove il ferro, una volta surriscaldato, viene modellato e assume forme eleganti. Attualmente i fabbri casentinesi producono quasi esclusivamente oggetti per l’arredamento.

lukas ferro battutoLUKA’S ferro battuto – l’Arte di Scolpire il Ferro
Indirizzo: Rassina (AR)
Tel.: +39  0575 592410
Sito: www.lukasferrobattuto.com

È un’azienda con decennale esperienza nella lavorazione del ferro forgiato e che realizza con maestria cancelli, scale, ringhiere, letti, tavoli, sedie e tantissimi altri oggetti per arredare qualunque ambiente, esterno ed interno.

Ceramica

Ceramiche MAGGI MASSIMO
Indirizzo:
località Porrena – Poppi
Tel.:
+39 0575 550144

Panno Casentino

Il Panno Casentino, o Tessuto Casentino, è un prodotto molto antico: le origini risalgono al XIV° secolo. Inconfondibile per i caratteristici riccioli, ottenuti con la “rattinatura”, è un tessuto di lana caldo e molto resistente. L’aspetto è volutamente grezzo, ma a dispetto di ciò è utilizzato da stilisti di alta moda per raffinati e lussuosi prodotti. Per secoli il Tessuto Casentino è stato offerto nei soli colori arancio e verde, ancora ritenuti i classici, ma attualmente la varietà cromatica è molto più ampia e il prodotto è utilizzato per una vasta tipologia di articoli d’abbigliamento.

T.A.C.S
Indirizzo: Stia (AR)
Tel.: +39 0575 583659
Sito: www.tacs.it

TESSILNOVA
Indirizzo: Stia (AR)
Tel.: +39 0575 582685
Sito: www.tessilnova.com

SERVIZI TURISTICI

Dove dormire in Casentino

Agriturismo La Casetta delle Erbe

Bibbiena (AR)
Agriturismo con centro benessere, campo da tennis e fattoria didattica

Castello di Valenzano

Subbiano (AR)
Lussuosa dimora d’epoca con ristorante d’autore